Un Bergman sotto cocaina, l'ha definito Libération; e non a torto.
Se è vero, com'è vero, che il cinema si riassume nella qualità di uno sguardo, raramente un film si è costruito sulla lucida crudeltà degli occhi di un regista, gli " occhi del serpente ", appunto.
Harvey Keitel lascia moglie e bambino a New York, per andare ad Hollywood a dirigere Madonna e James Russo in LA MADRE DEGLI SPECCHI, storia di un matrimonio fallito. Diviene allora quasi inutile sottolineare che, considerata la personalità dei personaggi in causa, il tutto finirà per coinvolgere i tre in misura strabordante. Realtà e finzione sopra le righe, costantemente rimesse in questione. Impressionante.